Cinque anni fa terminava la sua prima vita. Fine gennaio 2016: si concludeva l’epopea di una macchina nata nel lontano 1948, divenuta speciale e leggendaria per le sue misure enormi e per la capacità di adattarsi a ogni superficie. E’ la mitica LAND ROVER DEFENDER, di cui ora – nel febbraio 2021 – abbiamo la possibilità di testare il nuovo modello 110 e 90, oggi con telaio differente dal passato, non più a longheroni bensì monoscocca rinforzato, e motori moderni, ibridi e gasolio ultima generazione. E tra pochi giorni pure elettrici ricaricabili plug-in…
Ma torniamo alla storia. Dalla catena di montaggio di Solihull nell’inverno 2016 veniva prodotto l’ultimo esemplare dello storico dell’antica nostalgica Land Rover Defender, un veicolo 4×4 adatto per viaggiare su qualsiasi fondo, dall’asfalto al fuoristrada. Giungeva così alla conclusione la prima parte di un percorso che aveva preso il via nel 1947, quando Maurice Wilks, prendendo spunto dalle Jeep Willys impiegate durante il secondo conflitto mondiale, iniziò a tratteggiare il primo modello, presentato poi ufficialmente il 30 aprile dell’anno seguente ad Amsterdam.
Il mito Land Rover si è evoluto attraverso sette dinastie, scandite da modifiche prevalentemente rivolte al passo della vettura e all’aumento di cilindrata del motore. La prima serie si sviluppò lungo la decade 1948-58, ma già nei due anni iniziali arrivarono importanti modifiche. Nel ’49 venne introdotto il modello “Station Wagon”, con un rivestimento interamente in metallo, mentre, dodici mesi dopo, la trazione in presa con un sistema a ruote libere venne scartata a favore di un modello integrale inseribile. La fase iniziale risultò quella maggiormente sottoposta a ritocchi: nel ’51 fu la volta del passo lungo (107 pollici) e sei anni dopo venne introdotto il primo motore diesel a quattro cilindri.
Tra il 1958 e il 1961 prese il via la seconda serie con un cambio a quattro velocità e una trazione posteriore fissa. Sulle ruote anteriori era inseribile manualmente attraverso una levetta posta alla destra del cambio stesso. L’introduzione di nuovi dettagli, unita all’aumento di cilindrata del motore diesel, diede alla luce tre anni più tardi la Serie IIA, seguita una decade dopo dalla Serie III. Questa dinastia ebbe nel V8 Series III l’esemplare più particolare, mentre, a partire dagli Anni ’80, il Land Rover subì una nuova evoluzione.
Dal 1983 vide la luce il Land Rover 110, il cui nome fa riferimento ai 110 pollici di distanza tra gli assi, seguito ad un anno di distanza dal 90 e nel 1985 dal 127. Apparentemente molto simili ai loro predecessori, avevano le sospensioni a molla, trazione integrale permanente e interni più confortevoli che danno un tocco innovativo. A partire dal 1990 una nuova svolta, con l’assunzione del nome “Defender” al posto del Land Rover 127, anche per evitare fraintendimenti nel listino.
Negli ultimi anni sono state introdotte novità riguardanti principalmente il motore, come il Td5 e il modello omologato Euro 5. Le recenti regole legate alla sicurezza e all’impatto ambientale sono state determinanti nel far calare il sipario su una macchina divenuta unica in tutte le sue evoluzioni e poi rinata al salone di Francoforte del 2019. Con le presentazioni e l’arrivo sulle nostre strade nel 2020 nelle versioni classiche e nel 2021 in quelle ibride ed ecocompatibili.
Il Land Rover è stato prodotto in diverse serie, all’inizio indicate anche dalla misura del passo in pollici. Il veicolo “Land Rover” (90, 110 e 127) è chiamato dal 1990 “Defender”:
LO SAPEVATE CHE…
La passione della regina d’Inghilterra Elisabetta II per il Defender l’ha portata a guidarne ben 30 diverse nella sua vita: al volante di tutte le versioni dal 1948 ad oggi, più le serie speciali della casa inglesi Land Rover.
The Queen si vanta di saper mettere mano a un motore meglio di un meccanico: contraddire Her Majesty Elizabeth Alexandra Mary, regina da oltre 69 anni e con 143 milioni di sudditi, è naturalmente impossibile. Ma non lo si può escludere, visto che Elisabetta II durante la Seconda Guerra Mondiale guidava i camion del Women’s Auxillary Territorial Service.
Questa è una delle tante curiosità di tipo automobilistico, legate ai Reali inglesi, contenute nel piacevole libro di Enrica Roddolo, grande esperta di sangue blu: I segreti di Buckingham Palace (Cairo). Tanto per iniziare: “The Queen” ha un vantaggio non indifferente: la patente è emessa “a nome di Sua Maestà”, quindi è l’unica persona di tutto il Regno Unito che non ha bisogno di superare alcun test di revisione (e in teoria manco ad avere la targa sull’auto) e ovviamente non corre il rischio di prendersi una multa.
Da palazzo reale hanno comunicato più volte la sua decisione di mollare il volante – del resto in aprile ha compiuto 94 anni – ma non viene mai esclusa la possibilità di vedere l’ennesima foto della regina a bordo di una Land Rover.
La prima Land Rover nei Royal Mews della regina – le antiche scuderie reali, ristrutturate in garage – è stata una Series 1 del 1953. Ma la sua nota passione è la Defender: ne ha avuti 30 esemplari. Stessa scelta della principessa Anna, di Filippo duca di Edimburgo, e di Kate quando accompagna i figli a scuola (ne ha una nera). Filippo, in comune con la figlia Anna, oltre alla passione per la guida, ha pure la tendenza alle infrazioni: l’abbaglio del sole e il conseguente incidente del 2019 gli hanno consigliato, a 97 anni, di abbandonare la guida.