Stop alla revisione obbligatoria in Motorizzazione per veicoli fino al ’60

Il nuovo decreto ministeriale permette di rivolgersi alle officine revisioni del territorio per controllare i veicoli antecedenti al 1960, qualora siano in grado di effettuare il test di frenatura sui normali rulli. Stop all’obbligo di recarsi in Motorizzazione Civile, aspettando liste d’attesa e code lunghe.

Alberto Scuro, presidente dell’Asi: “Era un obiettivo che ci eravamo posti in una campagna ben recepita dal Ministro Giovannini: ne siamo felici. Obiettivo è sempre rivolto a ridurre la burocrazia: ciò vale più tanti incentivi economici”.

 

 

La revisione dei veicoli storici sarà più semplice. Ci si riferisce alle auto e moto costruite prima del 1960. Non sarà più obbligatorio condurle alle sedi provinciali della Motorizzazione civile ma basterà rivolgersi a qualsiasi officina, posto che il veicolo sia in grado di sottoporsi ai test di frenatura sui normali rulli. Si tratta di una facilitazione non da poco, poiché i relativi lunghi spostamenti necessari (a volte anche parecchie decine di chilometri per raggiungere i capoluoghi dalle periferie più lontane), possono causare parecchi problemi gestionali e tecnici a mezzi che superano il mezzo secolo di età e vanno di frequente anche molto oltre. L’apposito decreto del ministero delle Infrastrutture e Trasporti è stato firmato il 28 ottobre ed è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

 

IL NUOVO DECRETO

A firma del ministro Enrico Giovannini, il decreto del Mit numero 422 del 28/10/2021 pone fine ad un percorso durato un paio d’anni, accogliendo le proposte degli enti che gestiscono i registri storici italiani. Esso modifica il decreto emanato dallo stesso ministero il 17 dicembre 2009 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 19/3/2010), sostituendo il paragrafo 4.2 dell’allegato III come segue: ‘Le revisioni dei veicoli di interesse storico e collezionistico costruiti prima del 1° gennaio 1960 sono effettuate esclusivamente dai competenti uffici della Motorizzazione civile qualora le prove di frenatura siano effettuate secondo le modalità indicate al precedente punto 3.2.2’. Il punto 3.2.2 riguarda la verifica del freno di servizio. In sintesi, se il veicolo non è in grado di eseguire il test sui rulli dinamometrici delle normali officine, allora deve essere portato alla Motorizzazione, dove tramite un dispositivo Gps si verificherà che l’auto possa decelerare di almeno 4,5 metri al secondo alla velocità di 40 km/h. In tutti gli altri casi, quindi, è sufficiente la normale officina.

 

IL COMMENTO DELL’ASI

L’Asi, Automotoclub storico italiano, ha promosso con particolare impegno il nuovo provvedimento sulle revisioni dei veicoli storici. Il presidente Alberto Scuro ha commentato: “Si conclude un lungo percorso che la nostra associazione stava portando avanti da anni con la collaborazione della Motorizzazione. L’emanazione del provvedimento, già previsto e dettagliato a fine 2019, è arrivata finalmente alla firma del ministro Enrico Giovannini. I veicoli storici costituiscono un patrimonio culturale da promuovere, difendere e tutelare. Ridurre la burocrazia e semplificare le procedure per mettere in regola la propria auto o la propria moto classica vale più di incentivi economici”.